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Indagando il lato oscuro delle serie tv

in Speciale

Il lato oscuro delle serie tv è il titolo che abbiamo scelto per questo speciale di approfondimento su un tema in apparenza distante da noi, ma sarà davvero così? Scopriamolo insieme. Siete tra coloro che si sentono costantemente in spasmodica attesa ogni volta che viene annunciata la nuova stagione della vostra serie tv preferita? Vi ritrovate quasi senza accorgervene a visionare un episodio dopo l’altro senza interruzioni di continuità? Le ore della vostra giornata sono scandite dagli “impegni televisivi” e non dalle relazioni sociali? Se avete risposto sì ad almeno una delle precedenti domande potrebbe essere il caso di rallentare e di prendersi una pausa. La dipendenza da serie tv sta entrando infatti sempre più all’interno di quei casi di studio oggetto di approfondimento e che nascondono in realtà un malessere di tipo psicologico.

Il lato oscuro delle serie tv

Non vogliamo certo allarmarvi, sia chiaro, ma va detto che la visione di una serie tvper un numero eccessivo di episodi è un fenomeno ormai molto frequente, soprattutto negli adolescenti. Teniamo a precisare che il passare del tempo a guardare un paio di episodi per fortuna non rappresenta una condizione sufficiente per individuare un malessere clinico o una condizione psichiatrica. Premesso questo, bisogna però precisare che una parte di coloro che usufruiscono eccessivamente di contenuti video mostra anche sintomi che aprono alla possibilità di diagnosticare una dipendenza. Questo fenomeno apparentemente distante da noi è andato man mano crescendo in misura direttamente proporzionale all’evoluzione stessa delle serie tv, visto che ad oggi non soltanto è possibile trovarne di adatte anche a chi ha gusti particolarmente esigenti, ma è possibile “consumarle” senza i vincoli di una tv e praticamente ovunque, su qualsiasi dispositivo mobile, attraverso le molteplici piattaforme che le ospitano.

Il crescente interesse verso quello che in passato era un prodotto tipicamente televisivo rappresenta di fatto una naturale conseguenza dell’evoluzione stessa delle serie tv, che nel corso degli anni hanno introdotto elementi narrativi e tecnici sempre più moderni, raggiungendo gli standard qualitativi del cinema ed in più d’una occasione diventando dei veri e propri cult con milioni di estimatori in tutto il mondo. Da questo punto di vista, in un contesto quotidiano sempre più connesso ad internet e soprattutto pensando all’attuale periodo in cui numerose persone di fatto conducono le proprie attività professionali in smart working, è facile pensare a come i fattori psicologici abbiano indubbiamente inciso notevolmente e contribuito ad aumentare il numero di utenti mese dopo mese. Un elemento caratteristico e che segna una netta differenza tra l’utente appassionato di film e chi invece segue fedelmente una serie tv, è di fatto rappresentato dalla dimensione del tempo.

Il lato oscuro delle serie tv

Entra in gioco, dunque, il lato oscuro delle serie tv, visto che essendo dilatata nel tempo una produzione di questo tipo offre infatti una fruizione dei contenuti estesa, risultando per certi versi più attrattiva per quelle che sono ad esempio le dinamiche di conoscenza dei personaggi, l’immedesimazione del pubblico e la possibilità di sviluppare una narrazione che faccia evolvere la storia con colpi di scena e misteri irrisolti. Una narrazione spalmata su più episodi può portare facilmente ad una dipendenza, che nel corso degli anni è stata definita con il termine di binge watching. Si tratta di una vera e propria pulsione che sviluppa lo spettatore e che lo spinge a guardare numerosi episodi di una serie tv in sequenza, fino ad arrivare a dei – per fortuna rari – casi in cui avviene un vero e proprio distacco dalla socialità con impatti su ciò che accade realmente nella vita quotidiana.

Si tratta dunque di una vera e propria patologia che può essere affrontata con l’aiuto di un esperto, in quanto si tratta di una vera e propria dipendenza da non sottovalutare poiché strettamente connessa a dei malesseri della persona quali il senso di solitudine o la depressione. In questi casi la percezione di una serie tv non corrisponde più ad un mezzo attraverso il quale trascorrere del tempo di sano divertimento, ma come un’illusoria forma di fuga per scappare da un disagio che solitamente si manifesta nell’ansia sociale. L’ormai consolidata scelta di rilasciare gli episodi di una stagione in un’unica volta, se da un lato va quindi a mettere fine alle lunghe attese settimanali, dall’altro rappresenta un pericoloso catalizzatore attraverso il quale avviare maratone alquanto pericolose, per quanto psicologicamente possano apparire come strumenti in grado di allontanare tensioni ed emozioni negative con cui si entra in contatto nel vivere quotidiano.

Se questo articolo vi è piaciuto v’invitiamo a leggere la nostra recensione della serie tv NOME ed a visitare le rubriche dedicate al cinema che troverete all’interno del nostro sito.

Viaggio nel cinema indipendente

in Cinema/Speciale

L’attuale periodo che stiamo vivendo, ha avuto ormai da circa un anno numerose e negative ripercussioni anche sull’industria cinematografica, rallentando o posticipando tutte quelle produzioni che necessitavano di tempi di realizzazione piuttosto lunghi, a fronte di budget elevati. Proprio partendo da questa premessa è ancor più interessante notare come, di fatto, il cinema sembra che si sia all’improvviso fermato. Eppure, spesso ci si dimentica di come non esistano soltanto le grandi produzioni hollywoodiane, anzi spesso e volentieri tra i film più meritevoli e che maggior consenso hanno riscosso tra critica e pubblico, non è affatto raro trovare delle produzioni che non nascevano con l’ambizione del film in grado di piacere a tutti, ma con l’unica ambizione di raccontare una bella storia. Verrebbe dunque da domandarsi cosa contraddistingue di fatto il cinema indipendente rendendolo realmente tale, ma soprattutto perché può essere considerato così fondamentale all’interno dei delicati equilibri dell’industria cinematografica. Esplorando con pazienza il catalogo di film proposti da alcune popolari piattaforme quali Netflix e Amazon Prime Video, non infatti così insolito imbattersi in titoli di cui probabilmente non avevamo mai sentito parlare e che, spesso e volentieri, nemmeno hanno mai potuto godere di una vera distribuzione cinematografica degna di tale nome.

Provando a visionare alcuni di questi film potrebbe capitarvi di notare sostanziali differenze in termini qualitativi, rispetto ad un film realizzato potendo contare su un budget importante, ad esempio per la mancanza di interpreti famosi o per una qualità tecnica inferiore agli standard che il mercato sembra voler costantemente proporre come unica via da percorrere. Eppure, ci sono tutta una serie di ragioni per cui i cinema indipendente riesce ormai da tempo nell’impresa di sfornare piccoli capolavori fantastici, ma nel corso della nostra analisi non intendiamo semplicemente spiegare il perché alcuni debbano essere considerati tali, ma per l’importanza che in generale assume il cinema indipendente e che anche in Italia inizia a muovere i primi passi verso possibilità e risultati un tempo impossibili da ipotizzare. Lasciateci spiegare il perché dovreste investire il vostro tempo verso questi piccoli titoli coraggiosi. Una buona parte di queste produzioni ha una trama stravagante, non convenzionale, persino grottesca in alcuni casi, ma fondamentalmente in grado di descrivere con pochi e semplici mezzi tecnici degli avvenimenti che in qualche modo riescono a creare un forte legame empatico con il pubblico. Titoli come Love After Love (interpretato dall’attrice Andie MacDowell), Green Room, Blue Jay, Neruda, Whiplash (vincitore di tre premi Oscar) e Mommy sono solo alcuni dei numerosi titoli che negli anni hanno saputo ritagliarsi uno spazio importante, emozionando e portando sul grande schermo qualcosa di diverso, o semplicemente di nuovo.

Certo, non è nostra intenzione affermare che un film indipendente sia nella maggior casi un titolo da considerare come un capolavoro imperdibile, ma semplicemente constatare come la qualità di un’opera cinematografica non passi necessariamente dalla presenza di un budget elevato. Al contrario, come spesso è accaduto negli anni, le maggiori qualità sono strettamente riconducibili a ciò che una pellicola è in grado di trasmettere per profondità contenuti, tematiche introspettive. Tutti elementi, però, che anche una produzione hollywoodiana potrebbe avere. Cosa rende allora un film etichettabile come indipendente? La sua stessa nomenclatura rappresenta di fatto un forte indizio, ossia una pellicola che generalmente viene prodotta senza che vi sia alla base un rapporto formale di dipendenza, uno schema, delle imposizioni commerciali, ma solo un filo conduttore dettato dall’autonomia – il cui rovescio della medaglia si rispecchia nel budget spesso e volentieri – e dalla piena libertà creativa. Tutto ciò si traduce solitamente in una pellicola che non ha alle spalle una grande produzione e che, spesso e volentieri, può essere prodotta persino dal regista stesso, senza il supporto di particolari mezzi tecnici ed economici. Un limite da non sottovalutare nel momento in cui si decide di approcciarsi verso la visione di un film del genere, eppure non è raro riscontrare in una di queste pellicole il cosiddetto effetto “friend feeling” a causa dell’originalità che la contraddistingue. Il più evidente aspetto positivo che la maggior parte delle persone nota nei film indipendenti è infatti che, nel complesso, tendono a trasmettere una forte sensazione di autenticità.

Ciò significa che normalmente non seguono l’esempio delle grandi produzioni, ma al contrario la loro bellezza si presenta sotto forma di originalità rispetto a ciò che generalmente viene distribuito con maggiore presenza sul mercato. Qualcuno potrebbe obiettare che i film indipendenti spesso tendono ad essere un po’ troppo sopra le righe e più stravaganti di quanto non abbiano bisogno per non conformarsi a uno stampo generico, altri potrebbero invece etichettarli come titoli che generalmente non sogno degni di nota. Forse la verità sta nel mezzo, come sempre, ed è da lì che nascono quelle pellicole che si distinguono dalla massa, ricollegando il tutto a quell’autenticità che abbiamo già citato in questa nostra analisi. Ovvero la possibilità ed anche il rischio di poter costruire il proprio stile e sentirsi molto più reali di quanto una grande produzione non sempre riesca a trasmettere. Su queste pagine dedicheremo molto spazio al cinema indipendente, con articoli, approfondimenti, recensioni ed interviste in cui speriamo di poter raccontare anche un pezzo di quell’Italia cinematografica che esiste a dispetto delle difficoltà di distribuzione nei cinema nostrani, perché pensiamo che i film indipendenti possano a volte sottovalutati e in realtà sono incredibilmente importanti. Gli argomenti ed i contenuti che un film indipendente può offrire sono però l’attributo chiave: tutti amiamo il cinema per le emozioni che è in grado di regalarci e non importa se il viaggio avviene su una futuristica astronave spaziale o a bordo di un furgoncino scassato. L’importante è partire ed avere il coraggio di rischiare, perdendosi nella bellezza del viaggio.

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